mercoledì 16 luglio 2014

L'autostima dei bambini

L'autostima è l'idea che si ha di se stessi.
Un bambino si basa SOLO su criteri esterni: non si nasce con l'autostima, gliela creiamo noi ("che bravo che sei!" "che bello che sei!") : genitori, nonni, maestri, allenatori sportivi, etc. I bambini si vedono rispecchiandosi nei nostri occhi, pensano "sono bravo perché qualcuno me lo dice". Ogni azione, sguardo, commento contribuisce al suo concetto di sé. Per questo quando il bambino fa qualcosa di male è importante non condannare il bambino, ma il comportamento! Per esempio non bisogna dirgli "sei stupido", ma "ti sei comportato in modo stupido".
L'autostima è legata al sentirsi degno d'amore, al sentirsi capace ed al sentimento di unicità.


INDICATORI DI BASSA AUTOSTIMA:
 
- idealizzazione degli altri
- scarsa considerazione di sé ("non so fare le cose bene come gli altri")
- atteggiamento rinunciatario
- tende a fuggire da eventuali fallimenti, per esempio ha paura della competizione, specialmente negli sport
- eccessiva timidezza
- difficoltà di esprimere le emozioni
- paura del giudizio.

SEGNI NON VERBALI:

- si mangia le unghie
- guardano poco negli occhi
- si toccano spesso i vestiti (per esempio si mettono in bocca i polsini)
- sta sempre con gli adulti (con le maestre)
- non partecipa ai giochi di gruppo
- è pauroso
- si lamenta di tanti sintomi fisici (mal di testa, di pancia...)
- prende spesso in giro gli altri (si sfogano sugli altri perché rilanciano le offese che ricevono)
- è facilmente influenzato dai compagni (spesso ha un "capo", cerca spesso le sue attenzioni nel gruppo e per questo è disposto a fare anche cose negative: vuole stare nel gruppo anche se è malsano)
- fa fatica a concentrarsi.

AUTOSTIMA è costituita da:
ambito sociale
ambito familiare
ambito scolastico

autostima globale
percezione corporea (nb: in età prescolare i bambini si confrontano continuamente con gare, corse, salti, etc)
E' importante che il bambino soddisfi i suoi bisogni di socialità, di frequentare i suoi amici. Va volentieri alle feste? Socializza?
Per favorire la socializzazione è utile anche invitare i suoi amichetti a casa: questa è anche un'occasione per monitorarli socialmente, vedere come si comportano. Si può intervenire solo per proporre qualcosa quando non sanno  cosa fare; anche nei litigio, lasciare che si regolino da sé (ovviamente intervenire in caso di atti di violenza!!) E' molto utile osservarli al parco mentre si relazionano con gli altri bambini.
E' bello per loro quando è il genitore a proporsi: "Posso giocare con te?"

Un consiglio ai genitori: i bambini fanno fatica a riconoscere i propri pregi e difetti; per loro è più facile se gli si chiede: "Cosa dice la mamma?" Bisogna lavorare sulle risposte. Mai etichettare con frasi tipo: "sei pigro!"

In famiglia il bambino deve sentirsi amato e riconosciuto.

BAMBINI CON BASSA AUTOSTIMA:                            
-spesso senso di inferiorità
-sono solitari
-permalosi
-non danno peso ai complimenti
-si concentrano sui propri difetti

GENITORE CHE GENERA BASSA AUTOSTIMA NEL BAMBINO:
-ignora spesso il bambino, è indifferente e freddo
-gli attribuisce molte etichette (x es gli dice: "smettila che sei pesante, fastidioso" piuttosto che concentrarsi su cosa sbaglia
-fa i confronti con altri bambini, spesso con il fratello/sorella
-genitori stanchi che sbuffano quando i bambini vogliono parlare con loro, rimandano sempre il momento del dialogo: questa è una cosa molto pesante per il bambino, perché gli fa pensare che conta poco, non che il genitore è stanco
- tollerano poco le critiche
- dicono frasi come "non ti voglio bene se ti comporti male"

COSA NON FARE:
- umiliare il bambino (picchiare il bambino, sgridarlo in pubblico (se fa i capricci in pubblico bisogna prenderli e portarli via, se ne riparla a casa; altrimenti ignorarli è la cosa che funziona di più. Per loro fare i capricci in pubblico è l'occasione per "alzare il tiro", è come un teatro per loro :) )
- spesso non diamo il giusto peso alle parole usate nei rimproveri
- atteggiamenti di insofferenza
- mancanza di ascolto: i bambini si accorgono quando non li stiamo ascoltando veramente
- reazioni di insofferenza ai capricci o alle loro richieste: non sempre i bambini capiscono le difficoltà degli adulti
- non va bene dirgli "scusa se ti ho trattato male", perché non capiscono come noi adulti, non gli interessa se ci siamo arrabbiati perché stanchi o nervosi! Loro non possono fare l'adulto, fanno il bambino.
Il bambino poi, ha il cosiddetto "pensiero magico": credono che il mondo, ogni evento, dipenda un po' da loro; per questo, se trattato male, si sente la causa del malessere del genitore stanco e irritato. Non sanno capire che gli adulti hanno altri eventi esterni a lui. Inoltre, non sanno "mandare a quel paese" chi lo fa soffrire, se lo caricano su di sé. Un esempio di questo è il senso di colpa dei bambini quando avviene una separazione.

- iper-protezione: per esempio risolvergli i problemi, fargli i compiti. Occorre avere pazienza, lasciarli fare, non dire "lascia, faccio io che faccio prima..."
Bisogna fargli fare delle scelte (come per esempio vestirsi da sé), altrimenti non ne sarà capace in futuro, si sentirà insicuro e inadeguato.

COSA FARE:
- ascoltare, essere ricettivi
- collaborare
- riconoscere i suoi successi e incoraggiarlo negli insuccessi. Se fallisce in qualcosa è sbagliato dirgli frasi tipo: "Vabbè non fa niente", perché lo si ferisce! Piuttosto bisogna dirgli: "so che stai male, ti capisco, la prossima volta andrà meglio". Non bisogna svalutare i suoi sentimenti, concediamogli di essere deluso, arrabbiato. Non dobbiamo "metterci una pezza", ma piuttosto fargli sentire che siamo vicino a lui, che "ci dispiacciamo insieme"! Quando sono più grandi, per esempio, e ricevono un brutto voto, non bisogna fargli la ramanzina, né dirgli "dai che la prossima volta andrà meglio": bisogna RESPONSABILIZZARLI,  quindi fargli notare che si è studiato poco!
- E' molto importante lasciar manifestare l'emotività (anche la rabbia e la paura!), fargli vivere le loro emozioni, non soffocarle, dirgli che si possono provare ed affrontare. Non bisogna negarle, ma dare loro gli strumenti per affrontarle. (Psicologicamente succede così: se non posso arrabbiarmi --> reagisco provando vergogna)
- aiutarlo ad affrontare le frustrazioni, allenarlo ad affrontare le sfide!
- essere un modello positivo
- sostenere lo sviluppo della loro autonomia, incoraggiarli a fare scoperte e tentare
- abituarli a fare delle scelte, a prendere decisioni e assumersi le proprie responsabilità
- dargli fiducia
- i bambini vanno presi sul serio, non ridicolizzarli, ironizzare o fare loro dispetti
- il valore personale del bambino NON è legato al risultato del compito (guai se passa il messaggio "se fai bene ti voglio bene/ se fai male non te ne voglio"! orrore!!)
- Bisogna spingere alla scoperta, ma avvertire del pericolo, per esempio: "prova, ma stai attento che è pericoloso!", piuttosto che dire "no, è pericoloso" e basta
- attenzione alle nostre aspettative, possono generare ansia nel bambino!

IN FAMIGLIA:
controllo
chiarezza e coerenza (regole)
fiducia
calore
aiuto
comunicazione
rinforzi e punizioni (no alle botte, ma gestione del comportamento)

ESERCIZI DI AUTOSTIMA

- Ogni sera a letto chiedere cosa ha fatto durante il giorno, in cosa si è sentito capace (i bambini in questa fase della giornata sono solitamente molto propensi a parlare), fare emergere gli aspetti positivi della loro personalità (fare bilancio positivo emotivo); sono utili anche oggetti come una medaglia disegnata, è qualcosa che attesta che è stato bravo, aspetto concreto della gratificazione dell'aver fatto bene (ottimo anche con lo spannolinamento)
- fargli fare una lista di cose che vorrebbe fare (magari 5 attività o esperienze scelte da lui) --> progettualità
- lavorare per micro obiettivi, non chiedergli troppe regole, per loro è frustrante perché non riescono mai ad arrivare all'obiettivo...
- momenti di qualità: occorre lavorare sulla costruzione del rapporto quando questo è svincolato dalle regole, usando il gioco, ricostruendo il rapporto, recuperare il tempo insieme, godercelo. (Esempio: farsi il solletico e giocare nel lettone!) A volte i capricci dei bambini sono richieste di tempo di qualità, sono stressati dalle regole
- il contatto visivo deve essere presente, mai distratto. Si specchiano nei nostri occhi!